Archivio annuale 2018

IL PROMO DI FEMMINILE, PLURALE

È online il promo di Femminile, plurale – Premio letterario di Allumiere.

Già al lavoro per la seconda edizione, ripercorriamo attraverso queste immagini l’inizio della nostra avventura.

Musica: Massimo Martinelli, Lullaby for Marianna, esecuzione di Paola Ingletti e Assunta Cavallaro.
Video: immagini di Karyn Minerva, video editing: Damiano Impiccichè
Brunella Franceschini Francesca Tiselli Cecilia Toffali Tiziana Franceschini Flavia Verbo Valerio Chiacchierini Novella Morellini Veronica Voss Paola Martini Donatella Alfonso Michela Fontana

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LE EMOZIONI DELLA PRIMA EDIZIONE

Siamo ancora contagiati dalla grande felicità di sabato.
Pur con qualche possibile sbavatura, crediamo sia stata una serata importante.
Crediamo che fare cultura, anche in un piccolo centro di provincia, sia possibile. Crediamo che i libri abbiano rilevanza e meritino che se ne parli. Che, quando se ne parla in maniera semplice ed amorevole, siano alla portata di tutti. Che i veri “grandi” siano quelli che, come Dacia Maraini, si siedono in mezzo a noi a parlare di ciò che amano. Che in un premio letterario l’aspetto della competizione sia secondario: a vincere sono le sinergie che si creano, le parole che vengono messe in circolo e poi accolte. 
Grazie di cuore a chi ci ha creduto insieme a noi.

…è stato così bello che siamo già al lavoro per la seconda edizione!

LE TRE FINALISTE DELLA I EDIZIONE

A pochi giorni dalla serata di premiazione, vi annunciamo le tre opere finaliste della prima edizione di Femminile, plurale. – Premio Letterario Allumiere:

• Gli anni forti, Paola Martini, Manni Editori.

• La ragazza nella foto, Donatella Alfonso, Nerella Sommariva, All Around.

• Nonostante il velo, Michela Fontana, VandA ePublishing.

Complimenti alle autrici, che sarà possibile incontrare nella serata di premiazione.
Quale sarà l’opera vincitrice della 1^ edizione di Femminile, plurale? Lo scopriremo sabato 3 novembre, alle ore 17,30, ad Allumiere.

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DACIA MARAINI OSPITE DI FEMMINILE, PLURALE.

Forse non tutti sanno che Dacia Maraini è nata a Fiesole.
Forse non tutti sanno che la madre di Dacia Maraini, Topazia, apparteneva a un’antica famiglia siciliana, gli Alliata di Salaparuta, e che il padre Fosco, per metà inglese e per metà fiorentino, è stato un grande etnologo.
Forse non tutti sanno che i genitori di Dacia Maraini, nel 1943, rifiutarono di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò e per questo vennero internati, con le tre figlie, in un campo di concentramento di Tokyo.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini ha collaborato, con dei racconti, a riviste quali «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Mondo».
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini è stata tra i fondatori del Teatro del Porcospino e del Teatro della Maddalena, gestito e diretto da donne.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini, nel 1962, ha incontrato Alberto Moravia e con lui ha vissuto a lungo.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini, nel 1990, ha vinto il Premio Campiello con il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini, nel 1999, ha vinto il Premio Strega con la raccolta di racconti Buio.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini pubblicherà tra qualche giorno con Rizzoli il suo nuovo romanzo, Corpo felice.
Forse non tutti sanno che Dacia Maraini sarà nostra ospite nella serata di premiazione di Femminile, plurale. – Premio Letterario Allumiere!

Siamo emozionati e felici di annunciarlo e non vediamo l’ora di accoglierla insieme a voi, sabato 3 novembre, ad Allumiere!

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LA GIURIA DI ESPERTI DELLA I EDIZIONE

Dopo aver svelato le cinque opere selezionate dai lettori, possiamo finalmente presentarvi le giurate che si sono occupate di valutarle e scegliere le tre finaliste.
Siamo molto grate a Carmen Pellegrino, Martina Testa e Veronica Ricotta per aver creduto nel nostro progetto e messo a disposizione la loro professionalità e competenza.

Carmen Pellegrino
Scrittrice e studiosa eclettica, ha indagato alcuni dei nodi salienti della modernità, concentrando i suoi studi sui movimenti collettivi di dissidenza e focalizzando successivamente le sue ricerche sul razzismo, l’esclusione sociale e le condizioni di sfruttamento dei migranti. È stata coautrice di varie opere collettanee (Strozzateci tutti, 2010; Non è un paese per donne, 2011; Novantadue, 2012), mentre tra i suoi temi di indagine più recenti centrale è quello dei borghi disabitati e delle rovine di antichi insediamenti. Le sue ultime pubblicazioni sono Cade la terra (2015, Premio Rapallo Carige opera prima, Premio Selezione Campiello), Se mi tornassi questa sera accanto (2017, Premio Dessì).

Martina Testa
(Roma, 1975) lavora come editor per Edizioni SUR, dove cura la collana di letteratura angloamericana BIG SUR. Ha tradotto una settantina di libri dall’inglese; fra gli autori su cui ha lavorato ci sono David Foster Wallace, Jennifer Egan, Zadie Smith e i premi Pulitzer Cormac McCarthy e Colson Whitehead. Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale per la Traduzione.

Veronica Ricotta
(1987) è una storica della lingua italiana. Si è laureata alla Sapienza di Roma e ha poi conseguito il dottorato di ricerca in «Letteratura, storia della lingua e filologia italiana» presso l’Università per Stranieri di Siena nel 2016, dove ora è assegnista di ricerca. Ha scritto diversi articoli scientifici e ha partecipato a vari convegni nazionali e internazionali, con interventi sulle parole di Dante e Boccaccio e sul lessico artistico. Allo studio delle parole e alla lessicografia dedica gran parte delle sue ricerche: dal 2014 collabora al Tesoro della lingua italiana delle Origini, opera che racchiude le parole medievali dalle Origini al Quattrocento. Nel 2016 è stata assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa per il progetto DiVo – Dizionario dei volgarizzamenti. Dal 2017 lavora al progetto lessicografico del Vocabolario dantesco dell’Accademia della Crusca.

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LE MAROCCHINATE

“Il vostro generale vi annuncia, vi promette solennemente, vi giura, sul suo onore di soldato e sulla bandiera di Francia, che si alza, per l’ultima volta, il sole sulle vostre sofferenze, sulle vostre privazioni, sulla vostra fame. Oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c’è una terra larga… ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare oltre quella linea senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura, vi proclama che quelle donne, quelle case, quel vino, tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per cinquanta ore. E potrete avere tutto, prendere tutto, distruggere o portare via, se avrete vinto, se ve lo sarete meritato”.
Questo discorso, attribuito al Generale Alphonse Juin, al quale il generale Clark, a capo della V Armata americana, si era affidato per sfondare la linea Gustav, sembra fosse stato declamato ai goumiers alla stregua di un patto, che accordava loro il diritto di preda e saccheggio sulle terre che avrebbero liberato dai nazisti. Juin, in quanto pied-noir, godeva della stima e della fiducia dei goumiers, che aderirono con entusiasmo alla sua chiamata alle armi. Il carattere sistematico delle violenze e la sostanziale acquiescenza degli ufficiali francesi che erano al comando dei goumiers conferma che essi ubbidivano a disposizioni superiori e che pertanto la responsabilità storica di questi fatti non è riconducibile unicamente a chi li ha fisicamente perpetrati.

LE MAROCCHINATE, STEFANIA CATALLO