Chi siamo

Fin dai suoi albori, la comunità di Allumiere vede la donna come perno centrale dell’organizzazione familiare, economica e sociale. Allumiere nasce alla fine del XV secolo come insediamento funzionale al lavoro nelle locali miniere di allume, lavoro che teneva lontani da casa per moltissime ore al giorno gli uomini, che si trovavano, quindi, a trascorrere molto più tempo con i compagni di squadra che con le loro stesse famiglie. In tale contesto, i compiti della donna erano vitali per la preservazione del nucleo familiare: era lei che gestiva il patrimonio derivante dal lavoro salariato del marito, era lei che badava ai figli e agli anziani e, non da ultimo, era lei che tesseva i rapporti di vicinato, fondamentali in un sistema basato sulla reciproca solidarietà e sul mutuo aiuto. L’azione femminile era, infatti, importantissima per la costruzione di un apparato di interscambio tra famiglie, di una rete sociale solidaristica che permettesse di affrontare imprevisti o disgrazie.

Questa contiguità tra donne è, anche e soprattutto, una contiguità tra diverse generazioni di donne: tale vicinanza le rende depositarie della memoria della comunità e quindi della stessa identità comunitaria, che è il fondamento necessario per generare il senso di appartenenza. Tale vicinanza è stata il fulcro della trasmissione della memoria sociale, della memoria culturale, della memoria identitaria, specialmente attraverso l’esercizio della cura e dell’educazione delle nuove generazioni.

Ma non solo: l’importanza della partecipazione femminile nella vita sociale del paese appare evidente in un’esperienza particolare, quella della cooperativa La Lumiera. Nel 1969 nasceva, infatti, una piccola azienda nel settore dell’abbigliamento che avrebbe coinvolto, in oltre vent’anni di attività, centinaia di donne di Allumiere e del comprensorio. L’iniziativa fu presa da una decina di ragazze allumierasche guidate da Adriana Ferri Pirandello, che portò in quell’attività l’esperienza nelle tecniche di modellazione e taglio dei tessuti acquisita nella prestigiosa scuola romana “Ida Ferri”. In un periodo storico di grande fermento, la straordinaria particolarità di quella piccola azienda cooperativa era la sua organizzazione interna: autogestione e rigoroso egualitarismo salariale erano le caratteristiche di quel collettivo. È questa un’esperienza da ricordare per motivi storico-politici ed economici, ma anche e soprattutto per gli effetti sociali, culturali e di genere che essa ha comportato. Se ne può cogliere l’importanza leggendo le parole che le ragazze rilasciarono in un’intervista del 1972 pubblicata su Noi donne: “Se pensiamo a come eravamo, ragazze di paese, dalla piazza al fontanile la domenica, poi a canticchiare e cucire dalle sarte private…! […] Ora abbiamo preso gusto al lavoro, ma soprattutto abbiamo preso gusto alla discussione, alla possibilità di decidere, all’indipendenza”.

Donne al plurale, quindi, come presupposto imprescindibile alla trasmissione del sapere, alla consapevolezza e all’adesione all’identità della comunità di appartenenza. O anche alla sua messa in discussione.
Da qui l’idea di un premio letterario dedicato alle donne che si concentri, però, su tre generi in particolare: innanzitutto memorialistica e diaristica, due generi strettamente connessi e che spesso sono stati coniugati al femminile (basti pensare al journal intime de jeune fille della Francia ottocentesca), accomunati dalla possibilità di rendere le autrici testimoni e protagoniste della memoria del passato. Poi il romanzo di formazione, che indaga il campo della maturazione, della costruzione della consapevolezza e della crescita.

Per tutti i motivi sopra elencati, questo Premio letterario è l’occasione per una riflessione più attenta, una modalità per conoscere meglio il nostro territorio, il suo ambiente, la sua storia e, dunque, la realtà sociale in cui ora viviamo. È in questa prospettiva che l’Amministrazione Comunale ha scelto di portare avanti il progetto di un Premio letterario per Allumiere, che, di questi tempi, diviene quanto mai impegnativo. Da qui la prima riunione fra amici, poi le linee guida e infine la stesura del progetto, che ha ottenuto il patrocinio del Consiglio regionale del Lazio. Questo premio nel nostro immaginario si nutre della tradizione e delle innovazioni che potrebbe apportare, in altri termini si costruisce sulla memoria di ciò che la comunità di Allumiere è stata, ma soprattutto sul futuro di ciò che sarà.

L’Assessore alla Cultura
e Pari Opportunità

Brunella Franceschini