Archivio mensile Ottobre 2020

๐บ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘ง๐‘–๐‘’!

Avevamo deciso di dedicare, ogni anno, alle donne piรน rappresentative della nostra comunitร , la foto che proclama i tre libri finalisti, a chiudere l’edizione in corso. A malincuore ci siamo fermati, in attesa di tempi migliori.Siamo perรฒ consapevoli che in una situazione come quella che stiamo vivendo potersi fermare รจ, seppur un dispiacere, un privilegio.C’รจ chi non puรฒ permettersi di farlo, come tutte le operatrici e gli operatori sanitari, le volontarie e i volontari, che continuano a lavorare con passione e coraggio tanto che, forse, non si fermerebbero nemmeno se ne avessero la possibilitร . A tutti loro vanno il nostro pensiero e il nostro supporto ma, concedetecelo, in particolare alle allumierasche del settore, di cui siamo tanto orgogliosi.Vi abbracciamo, ragazze!
Ringraziamo, per aver condiviso con noi un attimo della loro quotidianitร :

Claudia Fragassi
Serena Rosati
Emilia Mancini
Alessia Marzola
Manuela Armini
Giulia Bonamici
Rosella Palmieri
Liviana Chiavoni
Enrica Frezza
Camilla De Angelis
Tiziana Giannini
Maria Assunta Compagnucci
Sara Polucci
Francesca Fracassa
Nicoletta Mancini
Brunella Verbo
Anna Rita Giannini
Maria Ricci
Manrica Fabbi
Elisa Baiocco

Speriamo di non aver dimenticato nessuna, se cosรฌ non fosse ci farebbe piacere ricevere le vostre foto, cosรฌ da poterle mostrare durante la serata di premiazione, appena sarร  possibile organizzarla.

#femminileplurale#terzaedizione#premioletterario#allumiere

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Con grande rammarico, ci troviamo costretti a comunicare il rinvio della serata di premiazione della terza edizione del premio, in programma per il pomeriggio del 24 ottobre 2020.
Lโ€™aggravarsi della situazione sanitaria e le nuove disposizioni normative renderebbero di fatto impossibile lo svolgimento in condizioni ottimali dellโ€™evento. Abbiamo scelto quindi di adottare una linea responsabile e prudente, ritenendo di primaria importanza la salvaguardia e la tutela della salute delle autrici, del pubblico e degli artisti presenti alla serata.
Lโ€™idea di non concludere ora un percorso cosรฌ bello e intenso come quello del Premio 2020 ci lascia di certo lโ€™amaro in bocca: il gruppo si รจ compattato nei mesi del lockdown, i libri da valutare hanno fatto compagnia a molti lettori durante quei momenti complessi e ci hanno permesso di ritrovaci. Ci spiace non poterci incontrare per festeggiare con le vincitrici il 24 ottobre, tuttavia รจ primaria esigenza il rispetto delle leggi e la tutela della salute di tutti.
Il nostro premio ha nella pluralitร , nello scambio, nellโ€™incontro e nella comunicazione la sua stessa essenza. Ci saranno tempi migliori in cui incontrarci e parlarci, in cui stare insieme, e in quel momento il Premio Letterario Allumiere ๐‘ญ๐’†๐’Ž๐’Ž๐’Š๐’๐’Š๐’๐’†, ๐’‘๐’๐’–๐’“๐’‚๐’๐’† ci sarร .

#femminileplurale#premioletterario#Allumiere#terzaedizione

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Finalmente e con grande emozione possiamo annunciare le tre opere finaliste della III edizione diย Femminile, plurale. – Premio Letterario Allumiere, selezionate dalla nostra Giuria di esperte:

๐‘จ๐’Ž๐’๐’“๐’Š ๐’„๐’๐’Ž๐’–๐’๐’Š๐’”๐’•๐’Š di Luciana Castellina, nottetempo.
๐‘ช๐’๐’Ž๐’† ๐’๐’“๐’ ๐’๐’†๐’๐’๐’† ๐’„๐’“๐’†๐’‘๐’† di Gioia Di Biagio, Mondadori.
๐‘ช๐’๐’๐’”๐’Š๐’ˆ๐’๐’Š ๐’‘๐’†๐’“ ๐’†๐’”๐’”๐’†๐’“๐’† ๐’–๐’ ๐’ƒ๐’“๐’‚๐’—๐’ ๐’Š๐’Ž๐’Ž๐’Š๐’ˆ๐’“๐’‚๐’•๐’ di Elvira Mujฤiฤ‡, Elliot.

Ora non ci resta che aspettare sabato prossimo, 24 ottobre, per scoprire l’opera vincitrice.
A presto, con nuovi aggiornamenti e tante sorprese!

#Finaliste#terzaedizione#femminileplurale#III#premioletterario#Allumiere#selezione#giuria#esperte#Amoricomunisti#LucianaCastellina#nottetempo#Comeoronellecrepe#GioiaDiBiagio#Mondadori#Consigliperessereunbravoimmigrato#ElviraMujcic#Elliot#letteratura#libri

๐‘ณ๐’† ๐’…๐’๐’๐’๐’† ๐’‚๐’‘๐’“๐’๐’๐’ ๐’Š๐’ ๐’„๐’Š๐’†๐’๐’ ๐’…๐’Š ๐‘ญ๐’“๐’‚๐’๐’„๐’†๐’”๐’„๐’‚ ๐‘บ๐’†๐’“๐’“๐’‚, ๐‘บ๐’‚๐’ ๐‘ท๐’‚๐’๐’๐’ ๐‘ฌ๐’…๐’Š๐’›๐’Š๐’๐’๐’Š

Scrivo e studio in mezzo ai panni da stirare, percorro settecento chilometri alla settimana solo per tornare nella casa del borgo e sentire lโ€™inverno annunciato dal vento riempito di brace. รˆ il vento che ogni volta mi conduce nella vita parallela, che รจ quella che ho intrapreso prima di tutto per guarire io stessa, un percorso su cui mi sento ancora in convalescenza. La mia storia personale non รจ stata mai molto lontana da quella di una media quotidianitร  di una media donna italiana ora di media etร . Sono stata una turnista, sono figlia e sono madre. Perchรฉ scrivere di Ildegarda di Bingen? Perchรฉ andare a indagare in un passato cosรฌ lontano e cosรฌ oscuro, che appare da noi slegato per una distanza ancor piรน grave che non quella temporale? Oggi, grazie alla rete, ai media, alla comunicazione globale, sappiamo tutto riguardo a pratiche dietetiche, disturbi della personalitร , conflitti relazionali e competenze psicologiche, ma quasi niente di noi stessi. Sempre piรน numerosi sono i corsi tenuti da mental coach, guru motivazionali e personal trainer che promettono cuccagne economiche ed emotive.Lโ€™orfanitร  storica di un Occidente senza padre, lโ€™impossibilitร  di compiere scelte di fronte allo sconfinato mercato delle informazioni e relazioni virtuali impongono la ricerca esasperata della conoscenza da fonti altre rispetto a quella primaria dellโ€™esperienza personale. In una vita dove le gesta degli eroi sembrerebbero ai piรน precluse, tutto fa brodo nel mare magnum della pessima editoria di manualistica e del fai da te. Ma Ildegarda รจ fuori dal coro. Come ci ricorda il teologo benedettino Anselm Grรผn, Ildegarda di Bingen รจ stata una vera e propria antesignana della medicina psicosomatica: la sua pratica di cura ci indica una via di esplorazione dei tanti metodi della tradizione cristiana, che vuol sanare tutta la persona, oggi proposti dalla medicina olistica.

#Ledonneapronoilcielo#Serra#SanPaoloEdizioni#incipit#selezione#lettori#6opere#femminileplurale#premioletterario#Allumiere

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LAMPEDUSA, PRIMAVERA 1948รˆ nera, lโ€™acqua. Molle e nera. Inchiostro sotto la notte di unaprile appena nato e lโ€™aria pesante, gonfia di vapore. Sono in seipiรน un bambino. Tutti accosciati o seduti nella spadara di SalvatoreZinna, tranne Giuseppe che se ne sta al timone. รˆ la piรน bella egrande spadara di Lampedusa. Rossa e verde per allontanare la malasorte. Cโ€™รจ chi mangia un pezzo di pane, chi fuma. Devono allontanarsi ancora un poโ€™. Dritti verso la Tunisia. Una quiete nervosa e alle orecchie solo sciabordio dโ€™acqua. Qualcuno รจ preso dal sonno.Remano lenti, per conservare le forze. Matteo ha strillato come unossesso per convincere Barto, suo padre, a farlo salire con loro. รˆ stato accontentato e se ne sta accovacciato, infreddolito. Teso come una molla, ma soddisfatto. รˆ la sua prima caccia allo spada. Caccia dice lui. Non pesca. Una preda e unโ€™intera squadra di cacciatori. Non รจ un pesce come gli altri, quello. รˆ fiero. Furbo. Forte. E lotta come una tigre. Non che ne avesse mai viste di tigri, Matteo, ma gli piace quella similitudine. Sa che il maschio segue la femmina in primavera. Li prenderanno. Ne รจ sicuro. Almeno uno, sรฌ, lo prenderanno. Se ne sta tranquillo, quindi, nel tremolio della lampara che balla in un angolo. Stringe gli occhi per vedere meglio. Capire. Ma tutto attorno รจ un niente impregnato solo dโ€™attesa. E sapore di legno fradicio. Di petrolio. Odore di pelle sudata. Salsedine in bocca, addosso. Umori di uomini-pesci. Fatti di carne e sangue, alghe e licheni. Il suo desiderio proibito รจ quello di salire sullโ€™albero, fare da vedetta. Ma neanche a parlarne. รˆ ancora un moccioso ma ancora quattro o cinque anni e ce lโ€™avrebbe fatta. Almeno cosรฌ dice suo padre. Intanto in quel silenzio liquido e in quel mare buio che pare un cimitero, Salvatore comincia a cantare sottovoce. Si uniscono gli altri, ma forse perchรฉ รจ troppo cupo, attorno, con la luna bianca come latte appena munto, ma sbilenca, mangiata dalla foschia, o forse perchรฉ Barto รจ quantomai scostante, fatto sta che piรน che un canto, si leva un mormoriolugubre e mesto come un requiem. Poi si zittiscono tutti e si coagula, come rugiada, quel silenzio di pescatori.

#Ilragazzocheparlavaallaluna #Didiomorgano #Laruffa #incipit #selezione #lettori #6opere #femminileplurale #Allumiere

๐‘ช๐’๐’๐’”๐’Š๐’ˆ๐’๐’Š ๐’‘๐’†๐’“ ๐’†๐’”๐’”๐’†๐’“๐’† ๐’–๐’ ๐’ƒ๐’“๐’‚๐’—๐’ ๐’Š๐’Ž๐’Ž๐’Š๐’ˆ๐’“๐’‚๐’•๐’ ๐’…๐’Š ๐‘ฌ๐’๐’—๐’Š๐’“๐’‚ ๐‘ด๐’–๐’‹๐’„๐’Š๐’„, ๐‘ฌ๐’๐’๐’Š๐’๐’•

Gli stivaletti imbottiti di pelo bianco mi arrivano al polpaccio, ho undici anni, porto giร  il numero 37 e la paura piรน grande della mia vita รจ che i piedi mi crescano a dismisura e non esistano scarpe sufficientemente grandi.
Mio padre sventola la banconota del minatore, schiocca le dita: via!
Corro, anzi rotolo giรน per la strada e sento il cuore battere dentro le orecchie e sotto lโ€™unghia del pollice sinistro. In men che non si dica mi trovo davanti il baracchino di lamiera e devo impegnarmi a rallentare per non finirci spiaccicata. Una donna dalle guance piene e capelli ossigenati mi porge un sacchetto di semi di zucca tostati. Alla svelta le do una moneta, lei la prende, le dร  unโ€™occhiata veloce e si mette a correre, come se le avessi passato una staffetta.
Mi giro a sinistra per verificare se mio padre mi stia guardando dal balcone, ma non cโ€™รจ.
ยซSbrigati!ยป grida lโ€™uomo con indosso una giacca marrone e tra le labbra una sigaretta senza filtro. Sopra la sua testa lampeggia guercia la scritta KINO.
Apro la mano, gli porgo le ultime due banconote, lui mi spinge dentro, chiude le tende pesanti alle mie spalle mentre sussurra: ยซVieni, vieni a vedere cose finte che sembrano vereยป.
Inciampo, quasi cado a terra, invece mi ritrovo su una poltroncina di legno che fa male alle ossa in qualsiasi posizione mi metta.
รˆ buio, per un istante lo schermo si illumina di un bianco innaturale, poi uno squarcio, unโ€™ascia lo apre a metร , ne esce un braccio dal pugno aperto che mi afferra per il polso e mi trascina mentre lโ€™uomo dalla giacca marrone e sigarette senza filtro mi sussurra allโ€™orecchio: ยซVieni, qui le cose sono vere, ma sembrano finteยป.

#Consigliperessereunbravoimmigrato #Mujฤiฤ‡ #Elliot #incipit #selezione #lettori #6opere #femminileplurale #premioletterario #Allumiere

๐‘ช๐’๐’Ž๐’† ๐’๐’“๐’ ๐’๐’†๐’๐’๐’† ๐’„๐’“๐’†๐’‘๐’† ๐’…๐’Š ๐‘ฎ๐’Š๐’๐’Š๐’‚ ๐’…๐’Š ๐‘ฉ๐’Š๐’‚๐’ˆ๐’Š๐’, ๐‘ด๐’๐’๐’…๐’‚๐’…๐’๐’“๐’Š

Penso che se esistesse il dio vendicatore delle formiche sarei messa davvero male.
Durante la mia infanzia, uno dei miei giochi preferiti โ€“ oltre a quello di portare a spasso le lumache per far loro risparmiare lunghi e lenti tragitti โ€“ era quello di giocare con quelle grandi formiche nere, enormi, che attraversavano i pavimenti di cotto dellโ€™esterno di casa formando intere autostrade. Credo perรฒ che quel gioco divertisse solo me, e che le formiche non approvassero minimamente i miei piccoli sadismi infantili. Bloccavo le autostrade con barriere di legnetti, acqua, polveri strane, pozioni magiche, costruivo barchette di foglie appositamente per loro, per lasciarle navigare verso la deriva o verso nuovi confini. Qualche volta ho temuto davvero che, stufe delle mie angherie e dei soprusi, avessero indetto una riunione per farmela pagare.
Per non parlare di Ciak. Il mio gattino senza coda a cui avevo insegnato a girare in giardino col guinzaglio; se tiravo una volta, lui si sedeva, se tiravo due volte, si stendeva. Un giorno decisi di calarlo giรน dalla finestra con un lazzo fatto di lacci da scarpe a cui avevo legato la fascia per capelli costruendo una specie di imbragatura. Rivedo la dedizione e la passione nellโ€™educarlo. E la pazienza con cui lui si faceva seviziare da me.
Ho sempre vissuto in campagna, tra il verde, gli olivi, con gli animali, in una grande casa piena di gradini. Avevamo due cavalli, Trappola e Ariel. I miei genitori avevano preso Trappola, una piccola avelignese, quando io e mia sorella eravamo bambine e pochi mesi dopo che era entrata a far parte della famiglia si scoprรฌ che era incinta: dette alla luce Ariel, una bellissima cavallina che cercava di tenersi in piedi sulle sue giovanissime zampe come fosse una trampoliera. In un recinto vicino alla stalla tenevamo cinque oche che spesso scappavano. La mamma usava le uova di oca per cucinare; mia sorella le detestava perchรฉ le sembravano fuori misura, io, spesso, ho provato a covarle con il cuscino elettrico.
In quegli anni avevo tutto il tempo del mondo per dedicarmi ai miei ingegnosi impegni.

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Prologo

Questo libro non fa pettegolezzi, e nemmeno รจ autobiografico. Ma quelle che seguono sono tre storie vere, realmente accadute a persone che ho conosciuto e che me le hanno raccontate. Sono cronache di amori che si sono mescolati, ciascuno di loro, alle pagine piรน dure della storia dei loro rispettivi paesi: la Turchia, la Grecia, gli Stati Uniti.
Li ho chiamati โ€œamori comunistiโ€ non solo perchรฉ questa era la fede dei loro protagonisti, ma perchรฉ, per chi si fa coinvolgere dalla Storia fino in fondo, la vita privata e quella pubblica sono cosรฌ strettamente intrecciate che a volte si scambiano e si confondono.
Sono storie che mi hanno meravigliato, appassionato, sconvolto, stretto il cuore, fatto patire. Per questo non le ho mai dimenticate, e alla fine mi รจ venuta voglia di condividerle.

Turchia
Mรผnevver e Nรขzฤฑm

Cinquantaquattro navi da guerra si infilano nel Bosforo e gettano lโ€™ancora nella rada del Corno dโ€™oro: inglesi, francesi, italiane, russe, in testa la corazzata greca Averoff. รˆ il 13 novembre 1918 e le grandi potenze europee che hanno vinto lโ€™alleato imprudentemente scelto dalla Sublime Porta โ€“ lโ€™Impero austroungarico e quello tedesco โ€“ celebrano la loro vittoria. Per il regime ottomano era stata unโ€™alleanza obbligata, non proprio desiderata: il sultano non poteva schierarsi al fianco del suo nemico storico, lo zar, che da sempre ambiva al controllo dello stretto dei Dardanelli.
Le cinquantaquattro imbarcazioni sono lโ€™avanguardia dei vincitori che si apprestano a occupare il paese sconfitto. E perรฒ ricevono unโ€™accoglienza festosa, anzi esaltata, da un pezzo di cittร , quello che abita nel vallone dellโ€™Arsenale, verso KasฤฑmpaลŸa, ma anche nei quartieri a ridosso della Torre di Galata: sono i greci, mischiati agli ebrei, ai levantini di ogni specie, i non musulmani, piรน di metร  di Istanbul. Che non รจ una cittร  turca, รจ la capitale cosmopolita dellโ€™Impero ottomano. Le flotte che arrivano non sono i nemici, sono lโ€™agognato Occidente. Al Pera Palace, luogo simbolico della voglia dโ€™Europa, la Societร  letteraria greca di Istanbul organizza una festa in onore del generale che comanda le truppe greche che hanno appena occupato il paese.

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