Archivio mensile Ottobre 2019

LA MADRE DI EVA

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#incipit

Sono qui Eva, sono accanto a te. Sono seduta nel corridoio freddo di fianco alla sala operatoria, dove tu sei sdraiata, nuda, per lโ€™ultima volta donna, bambina, femmina.
Non mi senti e non mi vedi ma sono qui. Non ti lascio. Ho promesso che ci sarei stata fino alla fine e sono qui. Ti ho portata in capo al mondo a farti smembrare come un agnello sacrificale e resto con te fino al compimento di questo sacrificio estremo. Fino a quando tu non sarai piรน tu e al posto tuo ci sarร  una persona nuova.
Mi hai detto: ยซNon te ne andare mamma, non mi lasciare mentre sono lรฌ dentroยป. Mi hai detto: ยซNon andartene nemmeno per un minuto, nemmeno un attimo che se mi dovessi svegliare ho bisogno che tu sia lรฌยป.
Io so che non ti sveglierai per ore, ma lo stesso non mi muovo. Ti ho fatto una promessa e mi sembra che lasciare questa sedia sia un cattivo presagio.
Qualcuno ogni tanto mi porta un bicchiere con dentro qualcosa, tรจ, caffรจ, succo, non me lo chiedono, passano e lo depositano sulla sedia accanto a me. Alzo gli occhi per ringraziare.
Mi trattano come un animale abbandonato, come qualcuno da nutrire perchรฉ altrimenti si lascerebbe morire.
In pochi conoscono il mio nome. Mi chiamano semplicemente la madre. Come fossi un archetipo, la matrice, la madre di tutti, di tutte le creature, donne e uomini che vanno portati in salvo verso approdi sicuri. Non dicono piรน nemmeno la madre di, semplicemente la madre.

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LA FAMIGLIA F.

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#๐‘–๐‘›๐‘๐‘–๐‘๐‘–๐‘ก
Oggi in Spagna…

Quando avevo sette anni decisi di uccidere il generale Franco. Per farlo avrei dovuto perรฒ aspettare di avere dodici anni: allora, pensavo, sarei stata grande abbastanza per andare da sola in Spagna. Immaginavo che Franco sarebbe uscito in una macchina scoperta in mezzo alla folla e che io ne avrei approfittato per ammazzarlo. Lโ€™immagine che mi facevo dellโ€™attentato mi veniva forse da unโ€™illustrazione dellโ€™Enciclopedia dei ragazzi, una vecchia edizione dellโ€™inizio del secolo che avevamo in casa, in cui era raffigurato โ€“ credo โ€“ lโ€™attentato di Gaetano Bresci ad Umberto I. Mi vedevo estrarre una pistola, in mezzo alla folla, e sparargli. Lo avrei ucciso, senzโ€™ombra di dubbio. Non immaginavo che per colpire un bersaglio ci volesse un grande addestramento. Il vero problema sarebbe stato cosa sarebbe successo dopo: se nessuno, tra la gente, mi avesse visto sparare, pensavo, avrei avuto la possibilitร  di cavarmela, anche perchรฉ forse nessuno avrebbe sospettato di una bambina. Altrimenti, avrei affrontato a testa alta il plotone di esecuzione. Non mi domandai mai dove avrei preso la pistola e cominciai a contare gli anni su quel progetto: mancavano cinque anni, quattro anni, tre anni…
Non ne parlai con nessuno, nemmeno in famiglia. Non ricordo come smisi di pensarci, forse quando avvicinandomi ai dodici anni cominciai a interessarmi ai ragazzi e alle scarpe col tacco invece che ad uccidere i tiranni. Ripensandoci, credo che il mio progetto di tirannicidio nascesse soprattutto dal desiderio di sentirmi approvata da mia madre. Suo fratello Renzo, infatti, era morto in Spagna a ventiquattro anni combattendo contro Franco durante la guerra civile. Renzo era lโ€™eroe della famiglia; in casa se ne parlava molto. Soprattutto mia nonna mi raccontava di lui. Era andata in Spagna, alla fine degli anni Quaranta, a cercarne il corpo senza tuttavia trovarlo. Era andata da sola, perchรฉ al nonno, che allora era senatore socialista, Franco non aveva concesso il visto. Mi commuoveva giร  da bambina questo pellegrinaggio coraggioso e solitario della nonna. Nella casa dei nonni a Torino, in corso Peschiera, cโ€™era una cornice con una fotografia di Cesare Pavese, che sotto vetro aveva un rametto di ulivo raccolto da mia nonna in Estremadura, sul luogo dove Renzo era caduto. Di Renzo, Pavese era stato amico โ€“ Renzo era il piรน giovane del gruppo di ex studenti che gravitava intorno ad Augusto Monti โ€“ e la sua morte lo aveva molto colpito. Non so perchรฉ mia nonna avesse scelto proprio la foto di Pavese, e non quella, ad esempio, di Mario Levi, che di mio zio era stato un amico fraterno. Forse lo aveva fatto dopo il suicidio di Pavese, considerandoli accomunati dalla morte.

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I LIMONI NON POSSONO ENTRARE

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Eccomi qui, davanti al portone per entrare nel braccio femminile della Casa Circondariale di Rebibbia. Dopo tanti anni mi ero dimenticata cosa vuol dire stare davanti alla porta di un carcere, la mente ha volutamente resettato gli anni trascorsi qua dentro. Talvolta la forza di andare avanti riesce a vincere sui ricordi e altre volte i ricordi riaffiorano, quasi a volerci dire che siamo quello che abbiamo vissuto ed io oggi sono qui perchรฉ ho deciso che รจ arrivato il momento di guardarmi indietro per andare avanti, per raccontare come si vive dentro.
Inizia qui da questo portone la mia nuova avventura che mi porterร  ad incontrare per diversi mesi le mie โ€œcollegheโ€, per farvi conoscere il mondo sospeso e per permettermi di esprimere, attraverso i loro racconti, le mie emozioni, le mie sensazioni e le mie paure.
La sera prima, come una liceale al primo giorno di scuola, mi sentivo emozionata di poter entrare a Rebibbia non da detenuta, ma allo stesso tempo impaurita di instaurare relazioni con persone in detenzione per il timore di non saperle gestire. Mentre immaginavo il giorno dellโ€™incontro, lโ€™ansia iniziava a crescere ed altre paure mi scuotevano la mente tanto da farmi impallidire: e se capissero che sono una ex detenuta?

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LA GIURIA DI LETTORI

Prima di raccontarvi meglio le cinque opere finaliste della prima fase, ci teniamo a presentarvi chi le ha selezionate.
La nostra giuria di lettori raccoglie tante persone diverse per etร , esperienze e gusti e per noi questo รจ molto importante poichรฉ siamo convinti che i libri siano di tutti e per tutti.
Ne approfittiamo anche per ringraziarli, perchรฉ hanno dedicato tempo e passione a questo progetto, aiutandoci a renderlo corale, cosรฌ come l’avevamo immaginato.

Grazie, quindi, a:
Paola Annibali, Sabrina Appetecchi, Colomba Bartiromo, Silvia Bastianini, Patrizia Befani, Marinella Ceccarelli, Melissa Dโ€™Ascenzio, Silvia De Clementi, Valentina Di Gennaro, Simona Landi, Diana Lucidi, Donella Luzzetti, Carla Melchiorri, Violetta Menichini, Velia Moraldi, Ilaria Mosconi, Romina Mosconi, Anna Rinaldi, Antonella Rinaldi, Serena Sestili, Emilia Sgamma, Marilina Sportelli, Barbara Trinetti, Maria Teresa Vela.

Cogliamo l’occasione per ricordarvi che chiunque puรฒ diventare lettore di ๐‘ญ๐’†๐’Ž๐’Ž๐’Š๐’๐’Š๐’๐’†, ๐’‘๐’๐’–๐’“๐’‚๐’๐’†. Chi volesse aderire in vista della prossima edizione puรฒ scriverci al nostro indirizzo mail ๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘š๐‘–๐‘œ๐‘™๐‘’๐‘ก๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘–๐‘œ๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘ข๐‘š๐‘–๐‘’๐‘Ÿ๐‘’@๐‘๐‘œ๐‘š๐‘ข๐‘›๐‘’.๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘ข๐‘š๐‘–๐‘’๐‘Ÿ๐‘’.๐‘Ÿ๐‘š.๐‘–๐‘ก.

LE CINQUE OPERE SELEZIONATE DAI LETTORI

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Come promesso, siamo finalmente pronti ad annunciare le cinque opere che hanno raccolto il maggior numero di voti dalla nostra giuria di lettori, ottenendo cosรฌ lโ€™accesso alla seconda fase di selezione:

๐‘ฐ ๐’๐’Š๐’Ž๐’๐’๐’Š ๐’๐’๐’ ๐’‘๐’๐’”๐’”๐’๐’๐’ ๐’†๐’๐’•๐’“๐’‚๐’“๐’†, Alessandra Caciolo, Stefania Zanda, Ortica Editrice.
๐‘ณ๐’‚ ๐’‡๐’‚๐’Ž๐’Š๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚ ๐‘ญ., Anna Foa, Laterza.
๐‘ณ๐’‚ ๐’Ž๐’‚๐’…๐’“๐’† ๐’…๐’Š ๐‘ฌ๐’—๐’‚, Silvia Ferreri, Neo Edizioni.
๐‘ณ๐’‚ ๐’Ž๐’Š๐’‚ ๐’‘๐’‚๐’“๐’๐’๐’‚ ๐’„๐’๐’๐’•๐’“๐’ ๐’๐’‚ ๐’”๐’–๐’‚, Paola Di Nicola, HarperCollins Italia.
๐‘ธ๐’–๐’‚๐’๐’…๐’ ๐’Ž๐’Š ๐’”๐’†๐’Š ๐’‚๐’„๐’„๐’‚๐’๐’•๐’, Olivia Crosio, DeA Planeta Libri.

Nei prossimi giorni ve le faremo conoscere piรน da vicino… Siete curiosi?

#femminileplurale #premioletterarioallumiere #secondaedizione #Allumiere #selezione #giuria #lettori [PH K. Minerva]